Facciamo qualche passo indietro...
Il poeta Ruzzante, che all'epoca aveva territori vitati in quella zona, scriveva di un certo "vin rabbioso". Aspettate, questo nome non assomiglia a quello di qualche altro famoso autoctono veneto? Ma certo, parla proprio del Raboso (nella varietà Piave). Era un vino crudo, duro, spigoloso a causa del suo carattere tannico. E i contadini, per cercare di gestirlo, pensarono così di far maturare più a lungo l'uva, per sfruttare l'alta escursione termica di quel periodo per avere più acidità, più residuo zuccherino e più struttura. Prima di San Martino, l'11 novembre, quell'uva non andava toccata. Raccoglievano con le prime brine dell'anno, i primi freddi. In latino si diceva "frigus", in dialetto padovano, aggiungendo il suffisso -aro, che significa "colui che fa", si iniziò ad usare la parola "Frigoearo".Oggi si fa più attenzione alle evoluzioni climatiche di ogni annata piuttosto che ai santi sul calendario, ma la prassi è rimasta quella. Il vino invece, è cresciuto incredibilmente, ma questa storia la raccontiamo un'altra volta...
Andrea Muneratti
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